I'm Dead inside

Whatever night may swallow me, I won't give up The fight for you, we’ll shine, Han & Eodi

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view post Posted on 28/6/2020, 17:31
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EodumTrue love is eternal, infinite, and always like itself. It is equal and pure, without violent demonstrations; it is seen with white hairs and is always young in the heart.CHARACTER SHEET OUTFITSOUNDTRACKCorsi in mezzo alla folla sino a prenderlo per il braccio e trascinarlo via. Potevo sentire il suo sconvolgimento e le sue urla
"Chi sei?"
"Cosa vuoi da me?" ed un "Aiuto! Qualcuno mi aiuti", sino a quando non lo trascinavo in un isolato vicolo e gli prendevo il viso ta le mani e lo baciavo quasi come se da quel bacio ne valesse la vita. Sentivo come se stessi respirando finalmente solo in quel momento, come se finalmente essere nato nuovamente avesse finalmente un senso. Il corpo teso di Haneul si rilassò sotto quel bacio, mentre le sue braccia avvolgevano la mia vita stringendomi dolcemente a se. Era come se entrambi i nostri corpi finalmente si fossero ritrovati dopo tanto tempo e ricordavano come ci si sentisse a stare l'uno tra le braccia dell'altro. Un tempo passavamo tantissimo tempo tra le braccia dell'altro, guardandoci negli occhi, facendo l'amore e ridendo sotto le coperte dell'antica seta cinese esportata dai cinesi nella nostra antica ed amata Corea. Quando ancora eravamo segretamente felici, prima di venir uccisi per amore e per gelosia.
Il sorriso comparve sulle mie labbra. Il bacio che si fermava lentamente e gli occhi curiosi e delicati di Haneul che mi guardavano mentre il suo respiro corto sembrava riprendere pace.
Un brusco colpo mi fece sobbalzare. Riaprii gli occhi e mi guardai intorno confuso.
Ero finito per terra con le gambe arrotolate tra le lenzuola che sembravano scivolare in parte anche dal letto. Sbuffai portando la testa indietro contro il comodino alle mie spalle. Era solo un sogno. Pensai portandomi le mani davanti al viso, facendole poi risalire tra i capelli che portai indietro. Tolsi stizzito le coperte dalle mie gambe e mi alzai, massaggiandomi piano la natica dolorante dovuta alla caduta che avevo fatto da quel letto.
"Fanculo i letti e chi ha avuto l'idea più stupida d'inventarli". commentai borbottando e dirigendomi verso il bagno per mettermi sotto la doccia.
Quando mi ritrovai sotto la doccia, il getto dell'acqua cadde sulla mia pelle facendomi rilassare automaticamente I muscoli del mio corpo. I capelli bagnati si appiccicavano sul vol volto, mentre con un gesto spontaneo li mandavo completamente indietro tenendo gli occhi chiusi. Avrei voluto che quel sogno potesse essere vero, ma niente di tutto quello che avevo sognato era davvero accaduto. Si, avevo rivisto Haneul dopo tanto tempo e ci avevo anche parlato, ma il nostro incontro era stato breve, nel suo camerino, ed ero stato guardato come un folle per tutto il tempo. Mi aveva ascoltato però, con una calma disarmante ed il suo sguardo non si era mai spostato dalla mia figura. Potevo ricordare benissimo come i suoi occhi sembrassero come una calamita di fronte ad un magnete: incapaci di staccarsi. La sua attrazione nei miei confronti era evidente e non una di quelle attrazioni fisiche da voler fare sesso in quel momento, ma era un'attrazione molto più profonda. Haneul mi guardava come se mi conoscesse ma non sapesse allo stesso tempo chi fossi. Nonostante le sue parole sembravano voler dire quanto ciò che stessi dicendo sembrava assurdo, i suoi occhi ed il suo corpo erano lì a voler urlare di parlare ancora e dirgli tutto. Erano stati quegli occhi e quel corpo a convincermi a lasciargli il mio numero di telefono ed il mio indirizzo di casa.
Haneul, nella nuova vita, si era ritrovato ad essere un idolo del Kpop e se quando eravamo in una corte imperiale gli occhi erano sempre posati su di lui, in questa vita era il mondo ad avere gli occhi posati su di lui. La sua figura aggraziata diventava puro sesso quando si muoveva e ballava, così come quando ancora sudato con i vestiti appiccicati addosso mi aveva ascoltato nel suo camerino.
Era ancora il ragazzo più bello che avessi mai visto e l'unico capace di farmi battere il cuore come un ragazzino al primo amore. Quando secoli fa l'avevo visto per la prima volta, la mia posizione mi aveva portato a sembrare sempre un uomo d'un pezzo. Ero follemente attratto da lui, così come con il tempo mi ritrovai ad esserne perdutamente innamorato. E sin da quando avevo iniziato a ricordarlo in questa vita, quei sentimenti si erano risvegliati insieme ai miei ricordi. Prima solo con ciò che potevo ricordare e, con gli anni, con tutto ciò che lo riguardava come vita pubblica dal momento che era divenuto un idolo. Avevo aspettato così tanto tempo prima di avvicinarmi che, quando l'avevo fatto, mi sentivo tremare le gambe. Se c'era una cosa che non era mai risultata evidente era quella di quanto io fossi il più vulnerabile tra i due. Sembravo l'integerrima guardia o uomo tutto d'un pezzo, ma bastava che quel ragazzo mi sorridesse per farmi venire la tachicardia e non farmi capire più niente. Ricordavo perfettamente come passassi moltissimo tempo a guardarlo dormire quando lo avevo tra le braccia ed assumeva l'espressione di un piccolo angelo indifeso. Non c'era cosa di lui che non mi facesse impazzire e non c'era cosa di lui che non amassi con tutto me stesso.
Quando lo avevo finalmente avuto di fronte a me avevo constatato come quei sentimenti fossero ancora più vivi. Mentre mi mostravo una persona molto sicura di me, con il ghigno strafottente, e gli atteggiamenti di chi aveva in mano la situazione, nel mio cuore avevo una paura incredibile. Avevo solo voglia di piangere dentro, perché se c'era cosa che più mi spaventava era che Haneul non si ricordasse di me e che non si sarebbe mai più ricordato di me ed io non avrei mai potuto più abbracciarlo o tuffarmi su quelle labbra carnose che sognavo di divorare dall'amore e dalla passione.
Haneul aveva sempre avuto il potere di avermi per se, senza che neanche se ne potesse accorgere. Era un'anima così pura che non sapeva come un sorriso potesse far vacillare chiunque. E mentre avrebbe potuto usare quell'arma per tenermi ancora più in pugno, chiuso nelle sue insicurezze, secoli fa mi aveva amato profondamente al punto da farsi uccidere per me. E la cosa ironica era che, sebbene adesso Haneul sapesse che un suo ghigno o movimento di bacino potesse far impazzire chiunque, in quel camerino sembrava ancora l'Haneul puro di qualche secolo fa. Avrei tanto voluto che, quel giorno, si ricordasse anche la minima cosa al punto da poterlo almeno abbracciare e baciare. Avrei tanto voluto farmi stringere da lui e stringerlo a mia volta. Come in quel sogno avrei semplicemente voluto essere nel mio mondo con lui, lasciando solo che i nostri corpi si sentissero solo l'uno parte dell'altro.
Quelle labbra...volevo sentirle sopra ogni parte di me. Pensai, prendendo spontaneo la mia erezione con una mano, posando la mano libera contro le mattonelle bagnate della doccia. I ricordi di quei momenti in cui Haneul si lasciava penetrare da me raffiorarono nella mia mente, mentre un piccolo gemito usciva dalle mie labbra echeggiando sotto lo scrosciare della doccia. Il getto dell'acqua sembrava così precipitoso su di me, mentre le goccioline di quell'acqua si posavano sopra le mie labbra dischiuse e le ciglia dei miei occhi chiusi.
Il respiro che diveniva sempre più affannato, mentre il suo viso sotto di me era in piena estasi. Inclinava la testa indietro mentre pronunciava quel "Eodi" - come amava chiamarmi solo lui - quasi come se fosse una preghiera. Ed io mi muovevo dentro di lui, con l'unico desiderio di esaudire ogni sua preghiera e richiesta. Pronunciava il mio nome, lo urlava, gemeva e poi veniva irrigidendosi tra le mie braccia.
"Han..." dissi io in un ennesimo gemito di piacere, venendo dopo diversi minuti con il mio membro ancora in mano. Il respiro affannato, mentre portavo ora entrambe le mani sulle mattonelle di quella doccia e la testa bassa. L'acqua che ricadeva ancora sopra di me, andando a bagnare il tatuaggio con il drago che avevo dietro la mia schiena e che, in quel momento, sarebbe potuto sembrare in lacrime per ogni goccia d'acqua che stava scorrendo su di lui.
Avevo passato l'intera giornata a cercare di rilassarmi, anche perché avevo preso alcuni giorni di riposo da lavoro, e volevo cercare di rilassarmi nella sicurezza profonda che prima o poi Haneul sarebbe venuto a casa mia a chiedere spiegazioni. Sapevo che o avesse ricordato oppure no sarebbe venuto qui uno di questi giorni, perché c'era in lui una grande curiosità che potevo intuire non avesse colmato ed Haneul era sempre stata una persona molto curiosa, o almeno lo era stato moltissimo un tempo.
Stavo per mettere qualcosa da cucinare sui fornelli, quando improvvisamente sentii bussare alla porta. Erano le sei del tardo pomeriggio. Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata.
Speriamo sia lui.
Pensai nella mia mente, mentre di fronte alla porta chiusa mi sentivo tremare e vacillare. Avrei tanto voluto che fosse Haneul con la sua memoria perfetta, così che potessi almeno cadere tra le sue braccia senza farmi male ma probabilmente se fosse stato lui non sarebbe stato nel pieno dei suoi ricordi. Non potevo permettermi di cadere o vacillare, non in quel momento.
Aprii la porta ed il suo profumo arrivò alle mie narici prima ancora che I miei occhi potessero focalizzare la sua figura. Era piuttosto coperto ed incognito, con dei grandi occhiali da sole che non erano necessari al buio ma che, molto probabilità, per una celebrità come lui lo erano.
"Ce ne hai messo di tempo per deciderti". Ci aveva impiegato quattro giorni e mezzo. Lo feci entrare mentre un piccolo ghigno si era posato sul mio volto, lasciando che i miei occhi scorressero sulla sua figura. Chiusi la porta alle sue spalle e lo superai appena "cosa posso offrirti da bere? Prego accomodati sul divano" dissi andando a prendere delle birre che avevo in frigo, dell'acqua e del succo e portarle poi direttamente sul tavolino di fronte al divano. Avrebbe potuto prendere ciò che più desiderava. Pensai mettendo anche qualche stuzzichino in delle copertine, prima di sedermi su una piccola poltrona di fronte a quel tavolino che ci separava.
Il mio cuore batteva fortissimo. Le mie gambe tremavano ancora ed avevo bisogno di stare seduto, perché un altro minuto in piedi mi avrebbe portato seriamente a perdere le forze. Non sapevo per quanto tempo si sarebbe fermato, ma speravo il più lungo possibile da passare del piacevole tempo con lui, così da potermelo portare nella mente. A prescindere dal fatto se avesse voluto vedermi ancora o non volesse mai più vedermi, speravo soltanto che quei momenti potessero durare a lungo, così che in qualunque caso avrei avuto altri momenti con lui da portare per sempre nel mio cuore.
Lo amavo ancora più di prima, e mi sarebbe bastato anche quel poco per essere di nuovo un po' felice.
Non dissi nulla, volevo solo che fosse lui a parlare, avevo bisogno di sentire la sua voce e non volevo dargli soggezione o ansia. Volevo solo che con me si sentisse tranquillo, come si era sempre sentito. Pensai, prendendo qualche patatina da una delle coppette, fingendomi tranquillo mentre dentro morivo dall'agitazione.
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